Resistenza!

Resistenza!

Viviamo tempi complessi. Tempi in cui i diritti che credevamo acquisiti vacillano sotto l'avanzata di politiche autoritarie, il capitalismo mostra le sue crepe più profonde, e il controllo di massa diventa sempre più pervasivo. In questo scenario, informarsi, discutere e reagire non è solo un diritto: è un dovere.

"Resistenza" è un blog di educazione civica e consapevolezza politica.
Qui troverai riflessioni su democrazia, diritti civili, economia e società, con un approccio chiaro e accessibile a tutti. Se pensi che i valori di libertà, giustizia e uguaglianza non siano negoziabili, sei nel posto giusto.

🔹 Cosa troverai su "Resistenza"?
✔ Approfondimenti su leggi, politiche e dinamiche sociali.
✔ Spiegazioni semplici di concetti complessi ("Educazione civica per Dummies").
✔ Un punto di vista critico sulla deriva autoritaria e sulla recessione dei diritti.
✔ Collegamenti a fonti autorevoli e divulgatori di qualità.

🌍 Perché un blog bilingue?
Perché la lotta per i diritti è internazionale. "Resistenza" è scritto in italiano e tedesco per creare un ponte tra culture e visioni del mondo. Se il tuo obiettivo è capire, discutere e agire, allora unisciti alla resistenza.

📌 Seguici, commenta, partecipa. La democrazia si difende insieme.

In Italia, ogni sera, milioni di persone si mettono comode davanti alla TV, accendono Rai 1, e si lasciano cullare da storie di redenzione. C'è sempre una suora che consola, un peccatore che si redime, un dolore che trova ascolto, un errore che diventa occasione. Tra le più celebri: Che Dio ci aiuti. Un titolo che è già una...

Immaginate un Paese dove un tribunale assolve tutti gli imputati di un caso che ha infiammato le piazze, i talk show, i meme di Facebook, e che ha dato linfa alle peggiori campagne elettorali degli ultimi anni.

Il giorno in cui mi sono diplomato, ero solo. Nessuno mi ha accompagnato. Nessuno fuori ad aspettare con fiori, palloncini o bottiglie di spumante. Ho fatto l'esame, ho firmato, ho preso il mio attestato e sono tornato a casa. Fine. Nessuna festa. Nessuna foto. Nessuna diretta Instagram. Ma non è di nostalgia che sto parlando. Non sto dicendo che...

C'è un punto nei Promessi Sposi in cui l'Italia si guarda allo specchio. E non è una scena gloriosa, né un momento epico. È un confronto in sordina, tra un cardinale e un prete di paese. Nessuno muore, nessuno si sposa. Ma in quella conversazione, in quella frase, in quel tono di voce, Manzoni ha infilato un'intera antropologia nazionale.

Al Salone del Libro di Torino 2025, lo scrittore Joël Dicker ha detto una frase semplice, quasi ovvia:"Sei un bambino. Devi goderti la vita e fare le cose che ti rendono felice".

Comincia sempre così: urla, poi ride. Minaccia, poi arretra. Tende la mano, poi sputa in faccia.
Donald Trump — lo spauracchio, l'isterico, il pagliaccio armato — è tornato al centro del palcoscenico. E molti, prevedibilmente, si chiedono: ma questo è pazzo?

C'erano libri che leggevamo a scuola e che non ci lasciavano niente. Poi c'erano quelli che ci lasciavano un segno. Non un ricordo, un segno.
Un graffio.

Immagina un ragazzo, Marcello, che a 18 anni dice: "Non voglio un voto, voglio solo essere guardato". Non è una frase di circostanza, ma un urlo di richiesta di riconoscimento. Perché succede che un sistema educativo nato per formare persone riduca i giovani a numeri e schede di valutazione? La psicologia di comunità ci aiuta a capire come...