Resistenza!

Resistenza!

Viviamo tempi complessi. Tempi in cui i diritti che credevamo acquisiti vacillano sotto l'avanzata di politiche autoritarie, il capitalismo mostra le sue crepe più profonde, e il controllo di massa diventa sempre più pervasivo. In questo scenario, informarsi, discutere e reagire non è solo un diritto: è un dovere.

"Resistenza" è un blog di educazione civica e consapevolezza politica.
Qui troverai riflessioni su democrazia, diritti civili, economia e società, con un approccio chiaro e accessibile a tutti. Se pensi che i valori di libertà, giustizia e uguaglianza non siano negoziabili, sei nel posto giusto.

🔹 Cosa troverai su "Resistenza"?
✔ Approfondimenti su leggi, politiche e dinamiche sociali.
✔ Spiegazioni semplici di concetti complessi ("Educazione civica per Dummies").
✔ Un punto di vista critico sulla deriva autoritaria e sulla recessione dei diritti.
✔ Collegamenti a fonti autorevoli e divulgatori di qualità.

🌍 Perché un blog bilingue?
Perché la lotta per i diritti è internazionale. "Resistenza" è scritto in italiano e tedesco per creare un ponte tra culture e visioni del mondo. Se il tuo obiettivo è capire, discutere e agire, allora unisciti alla resistenza.

📌 Seguici, commenta, partecipa. La democrazia si difende insieme.

Immagina un uomo, tremila anni fa, inginocchiato nella polvere davanti al corpo del fratello. Gli hanno portato via il bestiame, e con lui anche la vita. Nessuna polizia, nessun tribunale. Solo clan, tribù, vendette. La rabbia ti acceca, ma anche la paura ti suggerisce prudenza. Uccidere uno dei loro porterà altri morti, e così avanti, in un...

Immaginate questa scena: Un bambino compie 8 anni. È felice, sorride. Ha una torta a tema Lilo & Stitch, un vestitino colorato, una tiara in testa. È la sua festa. La sua infanzia. Il suo diritto a essere chi è. E accanto a lui, suo padre – un calciatore professionista, una star – che lo guarda con orgoglio. Lo fotografa. Condivide il momento....

Non sempre ce ne accorgiamo. Spesso non sappiamo nemmeno dargli un nome. Ma c'è un momento, prima o poi, in cui ci ritroviamo immobili davanti a qualcosa – o qualcuno – che sembra concentrare in sé la bellezza che ci manca. Non la bellezza generica, da rivista patinata o da algoritmo Instagram, ma quella che spacca il tempo: una presenza...

Una volta i figli si facevano. Punto. Oggi invece bisogna crescerli. E crescerli bene. E questa differenza — tutta dentro questo slittamento tra "fare" e "crescere" — è il vero motivo per cui così tanti, oggi, non diventano genitori.

Berlino, 1926.
Le strade della capitale sono fitte di tram, di biciclette cigolanti, di venditori ambulanti con gli occhi stanchi. Ma sopra ogni cosa… silenzio. È il silenzio di chi non osa più desiderare.

Quando si parla di comunità glocale, non stiamo solo accostando due parole, "globale" e "locale", come se fossero due tessere di un puzzle messe lì a caso. Dietro questo concetto c'è una filosofia che affonda le radici in un'idea antica, quasi ancestrale: ogni comunità, ogni cultura, ogni identità nasce e si nutre del luogo in cui è radicata. Ma...

Immaginate due uomini adulti, multimiliardari, bianchi, ossessionati dal controllo, con un ego abbastanza largo da contenere l'universo. Eppure, ogni giorno, si comportano come se avessero bisogno disperato di approvazione. Si offendono per i titoli dei giornali, insultano apertamente i critici, rispondono a mezzanotte a battute di attori comici. E...

Sapete cos'è il vero problema, oggi? Che se dici una cosa che esce dal pensiero dominante, subito ti danno del fascista. Non puoi avere un'opinione diversa, non puoi criticare l'immigrazione, non puoi dire che certe battaglie woke sono eccessive, che ti saltano alla gola. Ti etichettano, ti censurano, ti buttano fuori dal dibattito. Ma non erano...

Era nera. Era donna. E osò inventare qualcosa che avrebbe reso la vita più facile a milioni di persone.

Immaginate un uomo che ha visto l'universo. Non per modo di dire: ha scritto le equazioni che spiegano il tempo, la materia, lo spazio. Eppure, nel 1932, quello stesso uomo prende carta e penna per chiedere aiuto. Non a un collega fisico, ma a uno psicanalista.
Albert Einstein scrive a Sigmund Freud.