Sono diventato papà.

08.12.2018

Si avete letto bene, sono diventato papà, anche se mia figlia abita dall'altra parte del mondo e probabilmente non ci vedremo mai (questo lo sa solo il tempo). Oggi voglio parlarvi di questa mia decisione, che maturavo da diverso tempo ma che ho finalmente deciso di rendere reale e tangibile.

Action Aid è un'organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della povertà. Essa basa il suo lavoro sul rispetto dei diritti umani e agisce insieme con le popolazioni e le comunità più emarginate attraverso programmi di sviluppo a lungo termine in Asia, Africa e America Latina. Nei paesi più ricchi Action Aid mobilita i cittadini e coinvolge direttamente imprese e istituzioni. Conoscevo da tempo questa organizzazione ed avevo sempre tentennato nell'adottare un bambino a distanza. Sono stati due i fattori che mi hanno spinto a aderire a questo progetto, uno di natura personale ed affettivo e l'altro di natura sociale.

Il motivo personale è stata la forte spinta a fare qualcosa, a non restare con le mani in mano di fronte a certe situazioni che ci circondano. L'idea di poter sostenere un bambino, per me che non sarò mai padre a questo giro di giostra, mi allettava da tanto e adesso, all'anticamera dei 40 anni, mi sembrava giusto dare seguito a questo mio desiderio. Sono cosciente del fatto che questo gesto sarà una goccia, ma il mare è fatto di tante piccole gocce e più agiamo, più il mare di persone aiutate sarà grande.

E qui si innesta il secondo motivo, quello di natura sociale. Ci vogliono gesti concreti per aiutare le persone, direttamente ma anche attraverso chi fa dell'assistenza, dell'aiuto e della cura del prossimo la propria bandiera. Organizzazioni come Action Aid, Medici senza frontiere o Save the Children vanno aiutate e sostenute sempre e con fiducia perché mettono al centro l'uomo nella sua entità più debole e fragile: i bambini. Loro sono il nostro futuro e non esistono differenze tra mio nipote David e tutti gli altri bambini del mondo. Inoltre, in un tempo in cui gli africani sono costretti (o convinti) a spostarsi, a lasciare la propria terra, ad attraversare deserti e morire per strada o in mare, credo che sostenere delle associazioni che lavorano sul territorio sia la soluzione migliore per evitare che l'Africa si spopoli della sua forza vitale. Melody (questo il nome della bambina nigeriana che ho adottato), avrà una possibilità di crescere nella sua terra, vivere e produrre per la sua gente perché sarà istruita, aiutata, sostenuta nella sua crescita.

Sento già il coro di chi dirà che queste organizzazioni si mettono i soldi in tasca, che non faranno neanche l´1% di quello che dicono, che sono solo bugie etc. etc. Vi invito allora a documentarvi su queste organizzazioni prima di parlare e se ancora non ci credete, andate personalmente a controllare, nessuno vi impedisce di farlo. Ci sono decine di video, anche di persone notoriamnete avverse a queste realtá, che dimostrano come il sistema funzioni e crei del valore concreto sul territorio. E badate bene, non ho l'illusione che questo basti, assolutamente! Questo è solo un piccolo gesto, minuscolo, e non è l'unico che posso o possiamo fare. Possiamo per esempio informarci sul perché e da chi queste regioni del mondo sono tenute in così estrema povertà, ascoltando per esempio quello che ha da dire in merito Mohamed Kohare, attivista per la liberazione dell'Africa e leader del movimento Panafricano, che in vari video (Che potete trovare sul canale YouTube Byoblu), spiega come le grandi potenze occidentali abbiano grossi vantaggi economici nel tenere sotto scacco l'Africa per depredarla piú facilmente delle sue ricchezze e per permetterci di vivere nel benessere.

Perché non dimentichiamo che nonostante la crisi, il debito pubblico, la mancanza di lavoro, noi stiamo meglio di altri popoli, e non lo dico per caricarvi di un senso di colpa ma per farvi comprendere che dovremmo affrontare le cose da un'altra prospettiva, cambiare punto di vista e cominciare a farci certe domande. Che sono scomode si, ma che costa più ignorarle che affrontarle.

In definitiva, credo che questi piccoli gesti, fatti da ognuno di noi, possono davvero cambiare le cose. Piccoli gesti importantissimi per tanti bambini e bambine che hanno avuto la unica sfortuna di nascere in luoghi diversi dai nostri e che non vanno compatiti come fa certa parte di pseudo sinistra che punta sul pietismo. Queste persone vanno aiutate a non dover lasciare i propri affetti, le proprie terre, le proprie radici, devono avere il sacrosanto diritto di decidere dove autodeterminarsi ma, soprattutto, di poter scegliere di restare e vivere in una realtá migliore.

Buon Natale Melody un abbraccio forte dal tuo nuovo papà.

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