Se votare non servisse a niente, La Russa non ti direbbe di restare a casa

11.05.2025

di Nicola Accordino

Benito…
No, non Mussolini.
L'altro.
Ignazio Benito Maria La Russa.
Presidente del Senato. Seconda carica dello Stato. Uno che dovrebbe essere super partes. Uno che dovrebbe garantire la democrazia. E invece?

"Farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa l'8 e 9 giugno."

Hai capito?


La seconda carica dello Stato ti sta dicendo di NON andare a votare. Ti sta dicendo: "Zitto. Muto. A cuccia."
E la cosa peggiore è che lo fa col ghigno di chi pensa di farla franca. Come se fosse normale.

Ma non è normale. Non è democratico. È infame. È vergognoso. È pericoloso.

E allora ti chiedo: Benito, hai paura del popolo? Hai timore che scelga da solo, senza che tu gli dia la pappa pronta con il logo di Fratelli d'Italia stampato sopra? Cosa ti fa più paura, Benito: un elettore informato o un italiano libero?

Questo non è qualunquismo. Questo è attacco frontale alla democrazia. E non è neanche isolato.

📢 Santanché ha detto che non ci andrà a votare.
📢 Lollobrigida pure.
📢 Giorgia Meloni? Muta come una sfinge.

E intanto i media, asserviti e ammiccanti, fanno da tappetino.

Ma tu? Tu che fai? Stai lì con la tua birretta e pensi che tanto votare non serve a niente? Che tanto "è tutto un magna magna"? Che "sono tutti uguali"?

Allora te lo dico: ti stanno fregando. Ti stanno fregando proprio perché pensi che il tuo voto valga zero. È quel che vogliono. È il loro piano.

Se il popolo non vota, il potere decide. Se il popolo si disimpegna, loro si prendono tutto. Il Parlamento. La Corte. I tuoi diritti. Il tuo futuro.

E tu sei lì, a guardare le storie su Instagram. Complimenti. Stai diventando il cittadino ideale per un regime autoritario.

Il fascismo, come diceva Michela Murgia, non si ripresenta in camicia nera. Lo fa in giacca e cravatta. Sorridendo in tv. Mettendo bandierine tricolore nei post. Parlando di "patria" e "valori", mentre dietro ti tolgono il diritto di parola, di protesta, di decisione.

Non senti l'odore? Quel tanfo di nostalgia per l'uomo forte, l'ordine, l'obbedienza?

E allora vota. Vota per disturbare. Vota per vendetta. Vota come se fosse un atto di disobbedienza civile.
Vota come se stessi tirando una molotov metaforica contro l'ignoranza programmata. Vota perché loro non vogliono che tu lo faccia.

E se proprio non vuoi votare, almeno sii onesto: Guardati allo specchio e dì: "Sto lasciando che il mio Paese venga messo in ginocchio e non me ne frega un cazzo."

Perché il giorno in cui ti leveranno il diritto di scioperare, di parlare, di manifestare—perché tanto ci stanno arrivando— quel giorno, sarà anche colpa tua.

E non ci sarà più bisogno di Benito per zittirti. Avrai fatto tutto da solo.


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