Egomania al governo.

18.07.2025

di Nicola Accordino

Immaginate due uomini adulti, multimiliardari, bianchi, ossessionati dal controllo, con un ego abbastanza largo da contenere l'universo. Eppure, ogni giorno, si comportano come se avessero bisogno disperato di approvazione. Si offendono per i titoli dei giornali, insultano apertamente i critici, rispondono a mezzanotte a battute di attori comici. E nel frattempo governano. Letteralmente. Non metaforicamente. Uno vuole tornare presidente degli Stati Uniti, l'altro vuole essere il sovrano delle infrastrutture digitali e dello spazio. Non è una commedia nera. È la realtà. E ci riguarda.

Una volta i miliardari erano silenziosi. Stavano dietro le quinte. Compravano giornali ma non parlavano. Controllavano politici ma non si candidavano. Erano i padroni dell'universo, sì, ma con discrezione.

Poi è arrivato Donald Trump, prima come personaggio televisivo, poi come parodia diventata presidente. Già negli anni '80 si autodefiniva "un genio del business", ma fu con The Apprentice (NBC, dal 2004) che costruì l'architettura pubblica del suo ego: autoritario, spietato, vincente. La famosa frase "You're fired" non era solo un tormentone: era una pedagogia sociale del dominio.

Nel 2016 vince le elezioni contro Hillary Clinton e diventa il primo presidente USA a non aver mai ricoperto né cariche pubbliche né militari. Il resto è noto: quattro anni di show permanente, culminati nell'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Evento per il quale, nel maggio 2024, è stato condannato per 34 capi di imputazione penale nello Stato di New York, come riportato dal Washington Post e dalla CBS.

Nel frattempo Elon Musk, partito da PayPal, scala Tesla e SpaceX diventando nel 2021 l'uomo più ricco del mondo. Ma la sua trasformazione pubblica inizia davvero quando nel 2022 acquista Twitter per 44 miliardi di dollari, come riportato dal New York Times. Da quel momento, ogni giorno è un palcoscenico: meme, provocazioni, offese, sospensioni arbitrarie. Come riportato da Reuters, Musk ha licenziato l'80% del personale nei primi mesi e ha dichiarato: "Il giornalismo tradizionale mente. Su Twitter, io sono la verità".

Entrambi hanno capito una cosa prima di altri: in un mondo costruito sulla visibilità, l'egomania è un vantaggio competitivo.

Trump è il primo presidente americano a inventare una narrazione parallela alla realtà, senza mai pagare un prezzo politico interno. Secondo una dettagliata analisi del Washington Post, durante il suo mandato ha dichiarato oltre 30.000 falsità pubbliche verificate, ma questo non ha minimamente scalfito il suo consenso. Al contrario. Quando perse le elezioni nel 2020, negò l'esito fino all'insurrezione del 6 gennaio, e ancora oggi (giugno 2025) ripete di essere stato "derubato". E milioni di persone lo credono.

Musk ha fatto la stessa cosa con la tecnologia: ha promesso taxi volanti, colonie su Marte, chip neurali, superintelligenze etiche. Quando la realtà non coincideva con le previsioni, ha attaccato chi faceva domande. Nel marzo 2023, secondo quanto riportato da Bloomberg, ha licenziato un dipendente per averlo corretto pubblicamente su un dettaglio tecnico in un tweet. La colpa? Avere ragione.

Controllano la verità, nel senso più letterale. E la loro verità non ha bisogno di verifiche, solo di fede.

Trump non ha un partito: ha un culto personale. Lo ha detto anche Liz Cheney, repubblicana e figlia di Dick Cheney, nel 2023: "Il GOP non è più un partito conservatore. È diventato il megafono di un uomo solo." (CNN, ottobre 2023).

Dopo l'assalto al Congresso, decine di repubblicani che lo avevano condannato si sono rimangiati le parole. Perché? Perché i sondaggi dicevano che il 70% degli elettori repubblicani continuava a sostenerlo (dati Pew Research Center, 2021–2024). Persino dopo la condanna penale, i suoi comizi sono pieni e le donazioni aumentano. Come riporta Politico, la sua campagna ha raccolto più fondi nelle 48 ore dopo la sentenza che nei due mesi precedenti.

Musk, da parte sua, ha un seguito feroce, che lo difende in ogni circostanza. Quando nel 2023 ha rimosso il bollino blu verificato al New York Times per una critica, il suo pubblico ha applaudito. Quando ha reintegrato Trump su Twitter e poi Kanye West (nonostante contenuti antisemiti), ha detto: "Io credo nella libertà di parola, non nella libertà di portarti a cena" (The Verge, dicembre 2022). Non sono solo fan. Sono milizie digitali. Sono armati di retweet, insulti e fedeltà assoluta.

Nel novembre 2022, durante un evento pubblico in Ohio, Trump ha deriso un disabile sul palco, tra le risate della folla. Il video è virale da anni, ma non ha mai avuto conseguenze politiche reali. Anzi: molti lo hanno giustificato come "umorismo scorretto".

Nel luglio 2023, Musk ha postato un meme in cui prendeva in giro i pronomi di genere con la scritta "Il mio pronome è: perseguita/i woke". Questo mentre Tesla veniva denunciata da ex dipendenti per discriminazioni razziali e ambienti tossici, come riporta The Guardian.

Siamo in un'epoca in cui l'imbarazzo è considerato debolezza. E se non ti vergogni, sei libero. E se sei libero, puoi fare tutto. 

Secondo uno studio pubblicato da MIT Sloan nel 2023, i CEO con tratti narcisistici hanno più probabilità di ricevere investimenti, anche quando le performance aziendali sono mediocri. Perché? Perché la narrazione del successo è più importante dei risultati.

Trump ha fatto bancarotta sei volte e ha pagato multe miliardarie. Eppure è considerato "un imprenditore vincente". Musk ha promesso l'auto completamente autonoma per il 2021. Siamo nel 2025, e ancora non esiste. Ma il titolo in borsa vola.

In un sistema che monetizza l'attenzione, chi cattura lo sguardo, domina. E chi domina, detta le regole.

Nel 2024, Musk ha minacciato pubblicamente di negare l'accesso a Starlink all'esercito ucraino in una zona critica, per evitare "un'escalation" che non approvava (fonte: Wall Street Journal). In pratica, un privato cittadino ha deciso un atto di guerra, senza consultare nessun governo.

Nello stesso periodo, Trump ha lanciato la sua piattaforma Truth Social, dove pubblica dichiarazioni in caps lock e proclami apocalittici. Come ha scritto The Atlantic, "non è più un leader politico: è una setta digitale".

Uno ha la bomba atomica, l'altro ha il cavo della realtà. Nessuno dei due ha un freno.

In una conferenza del 2023, Musk ha dichiarato: "Entro il 2026, saremo su Marte". Alla domanda su come affronterà il rischio umano, ha risposto: "Qualcuno dovrà pur morire, ma sarà eroico" (Business Insider). La sala ha riso. Nessuno ha obiettato.

Trump, nello stesso anno, ha detto: "Con me, mai nessuna guerra. Con Biden, l'inferno." Quando gli hanno ricordato che sotto il suo governo c'è stato l'assassinio di Soleimani e la crisi con la Corea del Nord, ha risposto: "Fake news".

La realtà non è più necessaria. Serve solo l'applauso.

Viviamo sotto uomini che non si fidano di nessuno ma pretendono fedeltà assoluta.
Che accusano i media di mentire mentre manipolano ogni messaggio.
Che parlano di libertà mentre costruiscono recinti digitali.
Che si dicono perseguitati mentre controllano tutto.

Ma la cosa più inquietante è questa:
non sono il fallimento del capitalismo. Sono il suo coronamento.

E mentre il mondo brucia, i salari stagnano, e l'ansia collettiva cresce, noi siamo qui, a guardare due uomini litigare su chi è più virile. E poi a cliccare, condividere, ridere.
Come fossimo in uno show.

E forse lo siamo.


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