Liliana Segre e il dovere della Memoria

27.01.2019

"Tutti coloro che dimenticano il proprio passato sono condannati a riviverlo" (Primo Levi, Scrittore e sopravvissuto ai campi di concentramento)

Il 27 gennaio ricorre la Giornata Mondiale della memoria dell'Olocausto. La commemorazione, sancita da una risoluzione ONU il 1° novembre 2005 e anticipata in Italia dalla legge 211 del 20 luglio 2000, cade nella data della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz a opera dell'esercito Alleato, avvenuta il 27 gennaio del 1945.

Tra i promotori di questa risoluzione ONU c'era l'associazione Figli della Shoah, fondata nel 1998. Elie Wiesel, in occasione della fondazione, disse: "ci chiediamo cosa succederà alla memoria della Shoah quando scomparirà anche l'ultimo sopravvissuto: i suoi figli saranno qui per continuare a testimoniare". E proprio in questo spirito, la fondazione, che ha un respiro internazionale, organizza eventi di incontri, sensibilizzazione e formazione di insegnanti, per non far perdere la memoria della Shoah e impedire che certi tragici eventi possano ripetersi.

Un evento molto importante nell'insieme di quelli organizzati per la commemorazione del 2019, è stata la testimonianza di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e Senatrice a Vita, tenutasi il 22 Gennaio 2019 alla Scala di Milano. Durante questo incontro, a cui hanno partecipato anche molti giovani, la donna ha raccontato della sua straziante esperienza.

Nata a Milano il 10 settembre 1930, restata orfana di madre e cresciuta dal padre, venne colpita dalle vergognose Leggi Razziali del 1938. Nel dicembre 1943, alle prime avvisaglie dei rastrellamenti e all'inizio della occupazione nazista dopo il disastroso armistizio dell´8 settembre, la famiglia Segre prova a scappare verso la Svizzera senza successo. Rispediti indietro ("credevano che mio padre fosse renitente alla leva" racconta la Senatrice), vengono subito arrestati a Viggiù (VA) dai finanzieri in camicia nera, che li consegnarono ai nazisti. Il 30 gennaio 1944, vennero caricati sui vagoni piombati a Milano: arrivarono una settimana dopo a Auschwitz. Li la Segre vide per l'ultima volta il padre. Nel gennaio 1945, con l´avvicinarsi degli Alleati, i prigionieri del campo di concentramento vennero raggruppati e portati (a piedi) verso dei campi piú interni: verrà definita "marcia della morte", perché ben pochi restarono in vita durante quegli estenuanti giorni di marcia. Arrivati a Ravensbruck (a 90 km da Berlino), li restarono fino al 1° maggio del 1945, data della resta del Reich. Liliana Segre fu l'unica tra i 776 deportati italiana di età inferiore ai 25 anni a tornare a casa.

Come ha raccontato nella intervista a Fabio Fazio durante la trasmissione "Che tempo che fa" del 28 dicembre 2018, il ritorno a casa per la Segre fu traumatico. Un reinserimento difficile in un mondo che era cambiato, superare i vari traumi che l'esperienza dei campi di sterminio le avevano lasciato sul corpo e nella psiche. Le sue parole tagliano la carne, attraversano il cuore come coltelli, lacerandolo.

"sono stata clandestina. So cosa vuol dire quando nessuno ti vuole" ha dichiarato la Senatrice durante il suo intervento alla Scala di Milano. "Una persona tra le pochissime ancora viventi in Italia che porta sul braccio il numero di Auschwitz" cosí si è definita al suo primo intervento al Senato, "e ha il compito non solo di ricordare ma anche di dare la parola, in qualche modo, a coloro che ottanta anni orsono non la ebbero, a quelle migliaia di italiani [...] che subirono l´umiliazione di essere espulsi dalle scuole dalle professioni e dalla società per la persecuzione che preparò la Shoah Italiana del 1943-45, e che purtroppo fu un crimine anche italiano, del fascismo italiano. Soprattutto si dovrebbe dare la parola a quei tanti che non son tornati, come me, dai campi di sterminio. Che furono uccisi per la sola colpa di esser nati, che non hanno tomba, che sono cenere nel vento."

Proprio per la sua opera di Memoria, che la Segre porta avanti dagli anni 90, il Presidente Mattarella, nell'ottantesimo anniversario dell'emanazione delle Leggi Raziali del 1938, l'ha nominata Senatrice della Repubblica, per riportare nelle Istituzioni Italiane, cosí pesantemente scosse da movimenti estremisti, xenofobi e razzisti, la memoria storica di quei tristi eventi. Eventi che la stessa Segre, in collaborazione con Enrico Mentana, ha raccolto in un libro "La memoria rende liberi"" edito dalla Bur e che consiglio caldamente di leggere a tutti. Perché la Memoria è un esercizio e un dovere, per evitare di essere condannati a rivivere la nostra storia.