en-Vinci Salvini: dove nasce l’ossessione degli italioti per il ministro fannullone

24/04/2021

"La cultura non si censura" hanno urlato i fascisti che ai loro tempi d'oro i libri li bruciavano per la decisione, sacrosanta, di buttare fuori a pedate la casa editrice Altaforte di CasaPound dal Salone del Libro di Torino. Per "cultura", si intendeva in questo caso il libro di Chiara Giannini "Io sono Matteo Salvini - intervista allo specchio", di cui, vinto dalla curiosità, mi sono fermato a leggere la prima pagina in uno screen shot che gira su queste ore on line. Ed ecco cosa ci siamo persi al Salone del Libro, la Cultura con la C maiuscola che permea le pagine di questo documento di rara finezza letteraria: "Il suo è il cognome più cliccato su Google in Italia: è l'uomo più desiderato dalle donne dello Stivale, anche, di nascosto, da quelle di Sinistra, malgrado non abbia propriamente la faccia da Latin Lover".

Non oso neanche immaginare quale possa essere il proseguo di questo splendido capolavoro. Ma per quel che ne so di giornalismo, una giornalista seria dovrebbe cominciare una intervista non incensando l'intervistato ma da un punto di vista obiettivo ed oggettivo. Cosa che sembra non accadere in questo libro. Forse perché questo più che un'intervista a un politico chiacchierato, sembra essere l'ennesimo tassello di una costruzione giornaliera del personaggio Salvini, osannato e acclamato da una certa parte dell'opinione pubblica italiana. Costruzione del personaggio che passa anche e soprattutto attraverso i social.

E notizia di questi giorni che Facebook ha chiuso 23 pagine che condividevano Fake news; pagine per almeno il 50% che difendevano e sostenevano l'operato dell'attuale governo (sia in quota Lega che 5 stelle) e che spesso sono nate riciclando vecchie pagine e alla quale la gente si era iscritta ma per motivi diversi. Soprattutto quelli senza una particolare dimestichezza del mezzo internet, che non si informano e che finiscono per ri condividere qualsiasi contenuto controverso senza alcun senso critico (ma il cui voto, va ricordato, è valido come quello di chi si informa regolarmente). Basta vedere la velocità con cui queste pagine hanno cambiato nome per capire che l'intento del fondatore fosse quello di raccogliere consensi iscrizioni. Facebook è pieno di queste pagine, che per esempio pagine che condividono i video di migranti che aggrediscono agenti di polizia resi inermi da leggi assurde, altre che inveiscono contro le orde di stranieri che vogliono imporre la sharia in Italia o che condividono citazioni Fake di esponenti politici di parte avversa che giustificano i minimizzano gli avvenimenti. Pagine dove il fallimento della politica di Salvini e presentato ai suoi fan non come un suo fallimento ma come il tradimento di altri pezzi del Governo, primo fra tutti il ministro Di Maio, il Ministro della Difesa o addirittura lo stesso Presidente della Repubblica Mattarella, a loro dire collusi per impedire al "Capitano" Di proteggerci da un pericolo inesistente.

Grazie anche a queste pagine Fake, gli elettori di Salvini si sono trasformati in Fan e si rapportano a lui con trasporto e una devozione tipica del tifo da stadio. Ricevendo, è triste dirlo, in cambio pochissimo rispetto. Lo stesso tra l'altro che le pagine bufala riservano e loro followers, considerati solo numeretti, che con i loro click, i commenti e le ri condivisioni, gli permettono guadagnare soldi sonanti. La faccio semplice: mettendo in piedi un concorso come quello del "Vinci Salvini" (giunto alla sua ignobile seconda edizione), che premia chi mette like, condivide e reagisce tempestivamente, non si premia il confronto tra le idee e i contenuti ma solo l'atteggiamento meramente meccanico di fare il fan, di dare risonanza mediatica ad un contenuto (ricevere più like infatti fa sì che il contenuto sia visibile da più persone). Una sorta di BOT a basso costo. Per intenderci, i BOT sono dei software che consentono di mettere like e commenti o di seguire persone in modo automatizzato, una sorta di robot che svolge automaticamente le azioni che compiono gli utenti sui social. Quindi tu che proponi questo contest, al di là della persona in sé o dell'orientamento politico o della convenienza economica, cosa pensi della gente che ti segue? Cosa pensi di chi recluti per aiutarti a promuovere la tua immagine online e che poi premi con regali irrisori? Per dirla come Shy di Breaking Italy, "sei come il negoziante che se ne frega del suo servizio perché, piuttosto che fare bene il suo lavoro, vuole solo i soldi". Anche perché la domanda è lecita: tutto questo tempo a crearsi un'immagine online che non rispecchia affatto la realtà dei fatti, nasconde forse la totale incapacità del ministro di poter fare qualcosa di buono per questo paese? la risposta è sì.

Salvini e ovunque, tranne che dove dovrebbe stare. Repubblica in un'inchiesta del 14 maggio scorso ha stimato che nei primi quattro mesi dell'anno in ufficio non c'è andato quasi mai. Avrebbe infatti totalizzato dai 12 ai 17 giorni di lavoro, con un totale di 95 assenze, utilizzate in genere per fare comizi. Ma se il Ministro é sempre in giro, chi è davvero a capo del Viminale? E soprattutto, è un problema? Matteo Piantedosi, capo di gabinetto di Salvini, ha risposto che il Ministero semplicemente non funziona, visto che solo il Ministro puó firmare decreti urgenti come l'autorizzazione a intercettazione preventive in casi gravi (come per esempio per mafia o terrorismo); inoltre, dovendosi continuamente coordinare con i suoi sottoposti e con i vertici servizi segreti tramite le linee telefoniche criptate, la sua assenza è un problema sostanziale, non solo di immagine. Questi sono aspetti importanti e fondamentali che solitamente non arrivano al grande pubblico, intento a ragionare più su problemi di pancia, immediati che sulla gestione della macchina complessa dello stato. nonostante tutto, nonostante la martellante pubblicità fatta sulla persona di Salvini, nonostante le continue polemiche e l'immobilismo in cui il paese è costretto da un anno e mezzo, la realtà dei fatti è che comunque la Lega non è il primo partito del Paese, nonostante tutta la macchina del consenso si affanni a far credere il contrario.

E infatti le proteste continuano a montare. E con esso anche episodi strani, come la repressione del dissenso, le piazze chiuse ai manifestanti, gli striscioni rimossi dalla Polizia o dai Vigili del fuoco su ordine dalla questura di turno o la richiesta di documenti a chi protesta pacificamente ai comizi. Non è tanto il fatto in sé, sono cose che cadevano anche i tempi di Renzi, ma il fatto è che stanno diventando episodi sempre più comuni. La strategia e quella di far sparire il dissenso, minimizzando quando questo riesce a passare le maglie dando del drogato e disagiati o appartenenti ai centri sociali a coloro che manifestano contro il Ministro. E lanciare insulti e gli oppositori, con i toni tipici dei populisti violenti e senza alcun rispetto dell'avversario. Ma in fondo Salvini e il suo Team non hanno rispetto neanche di chi li sostiene. Ecco quindi il quadro della situazione: la popolarità di Salvini sale alle stelle poggiando su contenuti inesistente mentre tutti i suoi antagonisti vengono aggrediti e messi a tacere dalle sue scimmie urlanti altresì noti come fan. Ogni giorno una nuova polemica e lui che resta ancorato alla top tendenza degli argomenti su internet. Anche la Rai decide "stranamente" a ridosso delle elezioni europee di sospendere tre puntate del programma di Fabio Fazio e ci sono voci sulla possibile chiusura di Report, mentre il benaltrismo impazza. Tutti si agitano a livello politico per le imminenti elezioni (che purtroppo interessano più e politici che ai cittadini, come sempre), mentre la macchina del consenso del Ministro fannullone macina risultati.

Ora che sicuramente gli avversari politici di Salvini abbiano enormi responsabilità nel non essere capaci ad utilizzare il mezzo tecnologico per compensare l'invasione mediatica del Ministro fannullone è indubbio. Ma è anche in dubbio il fatto che molte persone siano completamente e altresì incapaci utilizzare il mezzo tecnologico. Come anche sicuro e fuori dubbio è l'enorme capacità di Salvini di utilizzare a proprio vantaggio internet, come è stato ampiamente spiegato Riccardo di Wesachannel in un suo video. Ma più che la capacità di Salvini di utilizzare il mezzo tecnologico, è la sua capacità di sapersi circondare di persone valide, di un gruppo di Social Manager che lo aiuti a creare la sua immagine on-line, tra cui spicca Luca Morisi, professionista potente, misterioso, riservatissimo e molto, molto abile. Un «nerd» (l'autodefinizione è sua), ma di genio, l'uomo che ha inventato Salvini come star internettiana, l'eminenza grigia che, secondo alcuni, sta alla Lega in generale e a Salvini in particolare come Casaleggio a Di Maio e al M5S. C'è lui dietro il boom sui social del leader. Così la sua società ne cura la comunicazione sette giorni su sette, come gia ampiamente dimostrato da diverse inchieste. Ma è di pochi giorni la scoperta de L'Espresso: il metodo usato dalla Lega per pagare lo staff comunicazione di Matteo Salvini. "I nostri documenti non provano che Morisi & co sono pagati coi 49 milioni, ma di sicuro che soldi pubblici vengono usati per seguire la propaganda personale del leader della Lega. Anche quando lo stesso staff era stato assunto al Viminale e quindi pagato con altri denari della collettività". Una società fondata con soldi della Lega subito dopo le elezioni del 4 marzo da uomini del ministro. Che ha firmato un contratto con il gruppo parlamentare a palazzo Madama. Denaro usato per retribuire Morisi e il suo staff, anche dopo la loro assunzione al Viminale. Ma tutto questo la gente comune non lo sa, intenta a rispondere ai richiami del Capo, intenta a retwittare i suoi contenuti senza alcun senso critico, senza farsi domande, tacendo e assentendo in servile silenzio. È il nuovo che avanza, baby. Un nuovo che sa di vecchio, già visto e soprattutto, di molto pericoloso.

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