Questo inasprirsi della tensione sociale, la crescita esponenziale delle violenze omofobe (sia verbali che fisiche), questa escalation di aggressioni, incomprensioni, intolleranza, unita all´inasprirsi della situazione dei diritti LGBT+ nel mondo, mi hanno spinto a cercare la veritá e, di conseguenza, a cambiare le mie posizioni in merito. Piú di tutto, la situazione in Turchia, dove al posto della tollerante e democratica Repubblica di ispirazione Europeista adesso si erge una dittatura che vieta qualsiasi manifestazione e dove gli omosessuali sono puniti con pestaggi e carcere. Tutto questo é preoccupante ed é un campanello d´allarme che trilla per tutti coloro che credono nella civile convivenza. Prima che Erdogan iniziasse la sua svolta dispotica e riportasse la Turchia verso il buio del medioevo dei diritti, la comunitá LGBT+ turca organizzava imponenti manifestazioni che non avevano nulla da invidiare ai Paesi occidentali. Da quattro anni ogni tentativo di dimostrazione viene fermata a colpi di manganello. Cosa impedisce che ció accada anche in Europa, dove nuovi despotismi sembrano spuntare ad est e dove le destre continuano a raccogliere consensi, spalleggiati da una chiesa reazionaria e bigotta? Quello che sta succedendo mi ha aperto gli occhi sul pericolo che noi tutti corriamo, quello di precipitare in un nuovo, brutale inverno dei diritti. La storia ci sta dimostrando che i diritti non sono dolem, non sono inviolabili solo perché concessi. I diritti possono essere revocati da governi che basino il proprio consenso sulla paura, sulla sfiducia, sul rigetto della diversitá. Non dobbiamo abbassare la guardia.
Ecco perché é importante difendere e comprendere il Gay Pride, ecco perché é importante esserci e fare fronte comune, mettendo da parte pregiudizi, divisioni, paure. Senza nascondersi, senza fingere, senza timori. Nascondersi da cosa poi? Dalla consapevolezza di essere "diversi"? Ma diversi da chi? Forse che io, per il fatto di essere omosessuale, ho qualcosa di piú o di meno rispetto ai miei fratelli etero? Mi sembra che anche io sanguino, soffro, respiro, sento dolore e muoio come tutti gli altri. E allora, di cosa devo vergognarmi? Devo temere la condanna di un libro, scritto da chi non si sa, in un´epoca in cui vigevano divieti assurdi e che, tra l´altro, non condanna mai l´omosessualitá? O devo sentirmi una minaccia per le "famiglie tradizionali", come se dare diritti volesse dire togliere, anziché ampliare le tutele.
il Gay Pride é nato come presa di posizione, come dimostrazione che esistiamo. E poco importa se quá e la c´é qualche culo o qualche tetta in mostra, se ci sará qualcuno che vorrá vestirsi di pelle oppure andare in giro mano nella mano con il suo compagno. La nostra é una festa aperta a tutti, la celebrazione della libertá, che dobbiamo difendere con ogni mezzo pacifico e non violento. Anzi aggiungerei che dovrebbe diventare un simbolo, in contrapposizione al grigio lobotomizzante della societá, che vuole incasellarci, spremerci, renderci uguali. Contro il pensiero unico, massificatire, mercificante. Dobbiamo lottare tutti insieme, Omosessuali e Eterosessuali, nella lunga marcia dei diritti per non far spegnere la luce della libertá.