La solitudine: un sentimento da non rifuggire

25.08.2018

Dice Osho, guru e pensatore orientale: "Essere solo è la tua natura: sei nato solo, morirai da solo". Ma diversamente da come si possa pensare, questa sua affermazione non è di disperazione ma di speranza. Questo l'ho capito sulla mia pelle. Anche se non si direbbe, sono una persona a cui piace starsene per i fatti suoi, con un buon libro e buona musica nell´Ipone. E mi vanto di questo mio status.  

Molti mi criticano pensando che non sia saggio né giusto isolarsi dal mondo, ma la mia non è isolamento ma una scelta di qualità: "odio tutti coloro che mi tolgono la mia solitudine senza farmi compagnia" (F. Nietzsche). In realtà esercito solo il piú grande potere che possediamo: quello della scelta. Scegliamo come vestirci, il taglio dei capelli, cosa leggere o mangiare. Possiamo scegliere se fumare, drogarci, rovinarci economicamente.

La solitudine ci porta domande che richiedono risposte. E per fuggire a queste che si fugge la solitudine. Ma sempre piú spesso nella nostra frenetica società, può capitare di sentirsi soli anche in mezzo a migliaia di persone; questa è la sensazione che provavo quando ancora non mi conoscevo e non capivo che non si è mai soli. L'ho capito nel silenzio della mia camera nelle serate in cui mi sentivo straniero in terra straniera, preda della malinconia per la mia terra. La solitudine fa scaturire le domande. E badate bene che la si può riempire con mille orpelli, con cose o persone completamente inutili pur di non ascoltarla. Corriamo da una parte all'altra, ci stordiamo davanti la tv "che ci tiene compagnia", accettiamo di stare con colleghi ed amici o parenti che sono tutto tranne che il tipo d persone che vorremmo accanto. Perché la solitudine fa paura a molti. Ma spesso la solitudine è necessaria. Ho attraversato l'isolamento per raggiungere la serenità. È stato un passaggio obbligato non irto di ostacoli. Il rischio maggiore è quello di perdersi nell'isolamento, chiudersi al mondo, anche se questo succede a chi ha paura e non si conosce. Io ho scelto la solitudine ma non sono solo. Semplicemente piuttosto che riempire la mia vita di persone che sono l'esatta antitesi di ciò che sono o ambisco ad essere solo per non essere solo, ho abbracciato le mie idee, accettato me stesso e deciso di fare amicizia con l'unica persona che sarà con me per tutta la vita. È il potere della scelta, il nostro "Super potere", e dobbiamo esercitarlo anche (e direi soprattutto) nella selezione delle persone con cui decidiamo di percorrere le vie della vita. Per dirla con le parole di Napoleon Hill, "l'uomo assume la natura, i comportamenti e la forza mentale di coloro con cui si associa in spirito e simpatia. L'applicazione di questo semplice principio sta portando i suoi frutti, facendomi andato oltre il quello che Osho definiva "fraintendimento": "tu fraintendi l'essere solo con la solitudine. Solo una persona che vive benissimo il suo essere solo è in grado di entrare in relazione, perché il suo non è un bisogno".

Questo mi permette di essere indipendente. Soprattutto scegliendo con chi stare, si ha l'enorme vantaggio di non essere vittima ma di apprezzare appieno il tempo trascorso con qualcuno, senza inutili (e vuoti) riempitivi. Da quando ho scelto questa strada, anche una semplice birra con un amico ha il sapore del tempo investito bene, della gioia della condivisione sincera, della profondità dello scambio di idee ed esperienze. Smettiamola di vedere la solitudine come un male. Basta avere paura di confrontarsi con sé stessi, con le proprie brutture, sbagli, angosce. Abbracciamo nel silenzio l'altra parte di noi ed impariamo a conoscerla.

"L´Amore consiste in questo: due solitudini che si proteggono, si toccano, si accolgono" (Reiner Maria Rilke)