en-Non esistono persone cattive ma solo persone spaventate

30/09/2020

Quando ero piccolo, un giorno tornando da scuola, mi sono imbattuto in una coppia di cani randagi. Il piú giovane dei due, quando ha visto che mi stavo avvicinando, ha cominciato a ringhiare. Ero terrorizzato e non sapevo cosa fare: temevo che da un momento all'altro l'animale potesse saltarmi addosso e mordermi con i suoi denti aguzzi. Per fortuna in mio soccorso è arrivato un passante che, conoscendo i due animali e vedendo il mio evidente terrore, si è avvicinato e ha tranquillizzato il cane, che ha proseguito con il suo compagno. "spero tu stia bene" ha detto, spiegandomi che l'animale ringhiava per proteggere il compagno malato. Sono rimasto colpito dal gesto di amore e dalle parole dell'uomo: "ricordati sempre che gli animali attaccano solo quando si sentono minacciati. Quindi controlla la tua paura e potrai risolvere qualsiasi crisi". Sono passati quasi 30 anni da quell'episodio: adesso adoro i cani, ne ho avuto diversi ed ogni volta che ne vedo uno devo trattenermi dalla voglia di accarezzarlo.

Diceva Nelson Mandela che "il coraggio non è la mancanza di paura ma la vittoria sulla paura. L'uomo coraggioso non è chi non ha paura ma chi riesce a controllarla". Nella mia esperienza personale, ero terrorizzato dai cani e dall'idea di venire morso, ed il mio terrore trapelava all'esterno. La mia paura era basata su un mio vecchio pregiudizio: i cani sono aggressivi. Ma grazie a quell'incontro ed alle parole di quel passante, ho compreso che l'aggressività era solo una risposta alla mia paura. A dire il vero ci ho messo un po' a comprendere la lezione insita in quell'evento ed in quelle parole, ma alla fine sono arrivato alla conclusione che noi esseri umani siamo piú evoluti sì, ma siamo pur sempre animali, che hanno paura dell'ignoto, delle novità, dei pericoli. Vediamo in ogni angolo delle minacce, persone pronte ad aggredirci, abbiamo terrore del diverso. Ed è questa paura, reale o potenziale, che avvia in noi un sistema di difesa quasi automatico, che ci rende vigili, attenti ad ogni minimo segnale di pericolo. Abbiamo appreso nel corso dell'evoluzione che il modo migliore per prevenire una minaccia è cercare di leggere i segnali per essere pronti a controbattere. È cosí che nascono i pregiudizi.

Il pre - giudizio è, come facilmente intuibile, una ipotesi sulla persona che ci sta davanti, creatasi in base alle informazioni che su di essa abbiamo: colore della pelle, provenienza, estrazione sociale, lavoro etc. Queste informazioni spesso sono basate su stereotipi, cioè non su dati di fatto soggettivi (cioè su chi si ha davanti), ma sull'idea generale e le notizie che circolano sul gruppo sociale a cui quella persona appartiene. Ecco quindi che gli omosessuali sono tutti perversi, le donne sono incapaci di guidare, i meridionali non hanno voglia di lavorare, i musulmani sono tutti estremisti... insomma, pregiudizi e stereotipi vanno sempre a braccetto. Sono altre sì molto comodi, in quanto servono per incasellare le persone e renderne più agevole il riconoscimento. È un meccanismo di sintesi e difesa del nostro cervello, che dovendo garantire la nostra sopravvivenza, ricorre a queste strategie per capire se e quanto fidarsi della persona che ha davanti.

Per quanto però pregiudizi e stereotipi siano degli strumenti utili, hanno il brutto difetto di generare paura, specie in una società cosi sospettosa verso il diverso. La paura è diventata tangibile, reale ed è trasversale alle gerarchie sociali, ai paesi, ai popoli. Noi cittadini occidentali abbiamo il terrore di perdere il nostro status, di perdere i nostri privilegi e le nostre comodità, incapaci di vivere come vivevano i nostri genitori e nonni. Ci affanniamo a lavorare per acquistare cose che servono solo a farci sentire belli e fortunati, ma quella paura (usata così bene dai venditori) non se ne va mai. Ci scagliamo contro i diversi perché spesso ci mostrano che un'altra vita è possibile, per paura di essere noi stessi; ci barrichiamo nei nostri confini temendo una invasione che spazzi via noi e i nostri beni. Siamo continuamente bombardati da notizie terribili... e siamo terrorizzati.

Potrei portarvi decine di esempi in cui le persone, guidate da una qualsiasi forma di paura, hanno commesso qualcosa che prima non avrebbero neanche lontanamente immaginato di fare. Persone che scappano dalla guerra attraversando il mare nonostante i rischi che comporta, che per sostentare la propria famiglia vanno contro i loro principi morali calpestando gli altri, che per paura di restare indietro, rubano, uccidono, delinquono. Persone terrorizzate dalla vita, ossessionati dalla paura di perdere ciò che hanno o di non riuscire in alcun modo a costruirsi una posizione sociale, ad emergere.

Il mondo della politica, in quasi ogni nazione occidentale, è attanagliato dalla paura: ogni politico teme di perdere consensi, l'appoggio del partito, il proprio status, di venire eliminato da qualche avversario o associazione criminale. Così invece di mettere in campo scelte radicali, coraggiose, controcorrente, attuano politiche poco incisive, spesso inefficaci o insufficienti, atte a risolvere i sintomi non la malattia. Scelte fatte da persone cosí terrorizzate di perdere il potere da non pensare al bene comune, da non rendersi conto di stare aprendo una enorme falla sulla barca in cui loro stessi siedono. La paura è uno dei motivi (ma non solo) per cui il mondo è attraversato da un ritorno a destra, che storicamente è il lato politico che fa piú leva sul malcontento della gente, sulle sue paure, sulle divisioni. Storicamente ma non esclusivamente.

Anche il mondo economico è attanagliato dal terrore: spread, crolli in borsa, diminuzioni di fatturato, investimenti bruciati, concorrenza dei paesi esteri... tutto legato comunque alla paura principale della perdita del proprio status, unita ad una insana corsa alla supremazia sugli altri, convinti che conquistando tutto si possa sconfiggere la paura. Ed il terrore di perdere il potere, anche in questo ambito, è la paura piú grande.

Ed ecco il punto centrale del mio ragionamento: si può interrompere il circolo vizioso in cui tutto il mondo occidentale (e a ben pensarci, anche quello orientale) sta scivolando? Potremmo farlo diventando più coraggiosi, cercando di bypassare la paura e trasformandola nel nostro punti di forza. Potremmo farlo sganciandoci dal possesso delle cose, informandoci sulle situazioni, cercando di recuperare l'empatia verso il prossimo, chiedendoci quali sono le paure degli altri prima di concentrarci sulle nostre e attaccare. La paura si combatte con la conoscenza, con il superamento degli stereotipi, accettando che la persona che ci sta davanti non è una macchietta ma un essere senziente con le stesse aspirazioni e desideri che abbiamo noi. Parlare, esprimersi, cercare sempre di non essere né aggressivi ne violenti, cercare il confronto e non lo scontro. Solo così si può resistere indenni alla strategia del terrore che persone affamate di potere stanno mettendo in atto. Solo così si può pensare di costruire un nuovo mondo ed una nuova società.