en-"Noi contro Voi" e la morte dell’empatia

11/01/2021

Prince Jerry ha avuto le porte chiuse in faccia dal Paese in cui aveva scelto di vivere, studiare, integrarsi. Nigeriano, 25 anni, in Italia da tre, frequentava con profitto l´università nonostante la  laurea già conseguita nel suo Paese. Quando però, per gli effetti del "Decreto sicurezza", si né visto rifiutare qualsiasi possibilità di ottenere un nuovo permesso di soggiorno, il 30 gennaio 2018 si è gettato disperato sotto un treno a Tortona. La notizia si è subito diffusa su Facebook, ed immancabili sono arrivati commenti agghiaccianti: "uno in meno da mantenere", "se lo faceva al paese suo ci risparmiavamo di pagargli il funerale" fino a "se ne ammazzano cento al giorno abbiamo risolto il problema".

Intanto vicino Padova, un uomo tenta il suicidio lanciandosi nel fiume. Urla, schiamazzi, pianti, ma nessuno osa sfidare l'acqua e la temperatura rigida per salvarlo. Tutti restano immobili tranne un ventunenne che, sfidando le condizioni avverse, si lancia nel fiume senza esitazioni e salva l'aspirante suicida. Il suo nome è Ousmane Cissoko, migrante senegalese di 21 anni, arrivato dalla Libia tre anni fa, "C'era gente che gridava, ho visto quell'uomo, ma nessuno entrava in acqua, e il mio cuore mi ha detto che quella era la cosa importante da fare", ha raccontato.

Due storie diverse ma che raccontano di una integrazione spesso difficile e non sempre agevolata dalle istituzioni. Ma quello che salta all´occhio leggendo i commenti che immancabili seguono queste notizie, è il diverso livello di empatia che vanno dal "Era importante che facessi qualcosa, e l'ho fatto" di Ousmane Cissoko a quel "uno in meno da mantenere" che era il commento ricorrente alla storia di Prince Jerry.

L'empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d'animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Il significato etimologico del termine è "sentire dentro", ad esempio "mettersi nei panni dell'altro", ed è una capacità che fa parte dell'esperienza umana ed animale. Le persone poco o affatto empatiche non contano sulla capacità o sull'interesse di comprendere e percepire i sentimenti altrui. Queste persone non riescono a preoccuparsi per gli altri. Non prestano attenzione, perché sono concentrati su loro stessi o perché non importa loro quello che accade agli altri. Non mostrano interesse nel percepire e comprendere quello che succede e, di conseguenza, non riescono a gettare le basi per un rapporto basato sulla fiducia. I commenti aberranti letti sulle mille storie di immigrati poi, mostra come sempre più spesso le persone dubitano delle emozioni altrui e non sono motivate ad alleviare il dolore o la sofferenza delle altre persone.

Gli Italiani hanno smesso di essere empatici, attanagliati dalla paura e dall´egoismo, ottenebrati nella  mente e nei pensieri da slogan faziosi lanciati da  uomini interessati al Potere e non certo a migliorare le codificazioni di vita dei cittadini, indipendentemente dalla loro provenienza. Ora, come il solito molti mi daranno del buonista, dell'incosciente. Mi sembra di sentirvi: "portateli a casa tua gli immigrati", "ci stanno invadendo", "dobbiamo difenderci" ed altre amenità simili. Io certo non ho intenzione di difendere chi si comporta in maniera scorretta in Italia, sia esso straniero o connazionale, ne giustificare l´assenza di azione da parte degli organi preposti a far rispettare la legge. no, il punto del mio ragionamento è rivolto alla mancanza totale di empatia nei commentatori della notizia della morte di Prince e di tanti altri casi che riguardano la tragedia dell´immigrazione. Empatia che è mancata anche tra le italianissime persone che assistevano immobili mentre l'aspirante suicida di Padova veniva trascinato dall'acqua. Empatia completamente assente nei due ragazzini di tredici e diciassette anni che per noia hanno dato fuoco ad un barbone di 64 anni. Empatia non pervenuta in Maunel Laurora, consigliere della Provincia di Pisa in quota Lega, restato seduto durante la commemorazione della Shoah o nelle pericolose leggi maschiliste e medioevaliste del senatore Pillon (guarda caso, sempre in quota Lega) e nelle parole del Ministro Fontana contro le famiglie arcobaleno, inesistenti a suo dire. Per non parlare di chi sostiene che i femminicidi e l'omofobia non esistono e sono solo una invenzione della stampa. 

Tutti questi più che fatti, sono sintomi di una anestetizzazione al dolore del prossimo, oltre che di un egoismo dilagante e deleterio per la società, figlio dei tempi si, ma alimentato anche dal timore di fantomatiche invasioni e da problemi che non si ha la volontà politica di risolvere. Questa può essere l'anticamera di drammi ben più gravi: nella storia al diminuire dell'empatia si sono visti sorgere regimi che hanno potuto contare sulla indifferenza della gente per effettuare eccidi e stermini. Perché se non siamo capaci di immedesimarci nell'altro, non riusciamo ad immaginare cosa possa voler dire perdere ogni diritto, anche quello di esistere; e allora non c'è salvezza per la società. Specie quando questa mancanza di empatia raggiunge i vertici dello Stato e viene istituzionalizzata, sdoganata, resa palese e quasi legale. 

Questo circolo vizioso di egoismo, non empatia, sofferenza, porta a scenari drammatici che abbiamo già vissuto e che dovremo essere capaci di evitare. Il progresso umano passa per l´Empatia, per il tornare a immedesimarsi e cercare di comprendere le ragioni dell´altro; soprattutto, dobbiamo comprendere e accettare che siamo tutti esseri umani, mossi dagli stessi sentimenti, dalle stesse paure e dalle stesse ambizioni.