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en-Il sesso delle anime.
Ma poi che cos'è un bacio? Un giuramento fatto poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo rosa messo tra le parole "T'amo"; Un segreto detto sulla bocca, un istante d'infinito che ha il fruscio d'un'ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di potersi respirare un po' il cuore e assaporarsi l'anima a fior di labbra. (Edmond Rostand, Cyrano de Bergerac)
Ho dato il mio primo bacio a 23 anni. È stata la cosa piú bella, intensa ed entusiasmante che avessi fino ad allora provato. Avevo percorso l´Italia per poterci incontrare, dopo mesi di lettere e SMS (era un´altra epoca...). Lui aveva 18 anni e stava vivendo una situazione familiare complicata dopo essere stato scoperto dai suoi genitori su una delle primissime chat gay e costretto quindi ad un coming out improvvisato. Ci siamo dovuti vedere di nascosto e non dimenticheró mai né l´occhiata da inquisitore del receptionist dell´albergo quando siamo saliti insieme in camera, né il terrore vivo del mio amico di potersi trovare faccia a faccia con qualche conoscente.
Ma io volavo leggero: quello era il premio della mia pazienza. Non vedevo l´ora di poterlo stringere a me, sentire finalmente il contatto della sua pelle con la mia. Beata ingenuitá: per me quello era il mio primo vero amore, non cercato ma trovato ed ero pronto a lottare per esso. Quel primo bacio mi é rimasto impresso nella memoria, non potró mai dimenticare quel promeriggio insieme, anche se non l´ho piú rivisto; spero che un giorno sappia che lo tengo sempre nel cuore. Mi fece i complimenti, scettico: secondo lui baciavo troppo bene per essere la mia prima volta. Ma era la veritá: avevo imparato dai film. Molta teoria, poca pratica, tantissimo istinto. Il bacio mi affascinava sin dai tempi di "Nuovo Cinema Paradiso" dove nel finale, le scene tagliate dalla censura diventano un film unico e principale. Questo mi diede la misura di come baciare fosse la cosa piú bella, romantica e dolce che ci potesse essere.
Erano gli anni di Carmen Consoli, delle "Fate Ignoranti" e delle rivendicazioni sempre piú politicizzate del movimento LGBT. Erano gli anni della mia presa di consapevolezza su chi ero e cosa ero. Da poco avevo cominciato ad aprirmi agli altri: a mia madre, mio fratello, i miei amici. Erano gli anni in cui sperimentavo ma anche in cui cominciavo a rendermi conto che la strada sarebbe stata lunga ed in salita. Erano gli "anni eroici", in cui cercavo di uscire fuori dal bozzolo che mi soffocava. Le prime chat di incontri, i racconti, le poesie, le telefonate... il silenzio... il vuoto... la solitudine. Mi meraviglio di come ne sia uscito da solo, senza perdermi.
Eppure rivivrei tutto per le emozioni dei primi baci, per i battiti sinceri di cuore, per l´eccitazione della scoperta, per la gioia di quella semplicitá. Perché oggi, nell´era della comunicazione totale, del fast food del sesso, delle app di incontri in cui con un dito puoi scartare qualcuno, delle discotece con le dark room, sento e vedo piú vuoto che mai. Sesso raccontato, cercato, trovato e guardato via internet, sognato e sfruttato commercialmente, mercificato. La dimensione del sesso si é persa, ingigantito, assurto a obiettivo primario, a divinitá da seguire ed adorare. Il sesso é una ossessione, da perseguire ad ogni costo, anche a quello di calpestare gl altri. Ma é anche uno dei piú grandi tabú della nostra societá. Ci si incontra, ci si piace, ci si spoglia, si fa sesso meccanico, come se fosse una naturale conseguenza, come se fosse una sconfitta tornare a casa senza essersi tolti le mutande.
Ma il bacio é diverso, la cosa piú facile ma anche la piú difficile. Perché non chiede grandi sforzi per essere concesso ma é molto piú intimo e coinvolgente di ció che possa sembrare.
Ho girato l´Italia prima di approdare a Roma, dove ho vissuto per otto anni, prima di venire a Monaco cinque anni fa. Non sono molti i ragazzi che ho baciato, si contano sulle punta delle dita; ricordo i loro volti ed i loro nomi. Non parlo dei bacetti fuggevoli e superficiali, parlo dei baci profondi, delle pomiciate lunghe ed appassionate da toglierti il fiato. È difficle trovare bravi baciatori, di quelli che non hanno fretta, che ci mettono anima e cuore, che ti fanno vibrare fino all´ultima cellula, che perdono tempo a gustarsi quel momento e a fartelo gustare. Che te li ricordi per tutta la vita. Purtroppo ho incontrato anche pessimi baciatori, di quelli che "il bacio é solo una formalitá", da esplicare prima di approfondire la conoscenza. Sono quelli della fretta di concludere, che allungano subito le mani e non é quasi mai per accarezzarti e farti vibrare, ma per soddisfare il proprio piacere personale. Quelli del "prima io e poi il resto". Sono gli egoisti del sesso. Generalmente li scarto subito perché non hanno capito che il bacio é l´anticamera di qualcosa di magico, non una richiesta da evadere frettolosamente. Bisogna averne rispetto.
Bisogna anche comprenderne il significato: é facile fare sesso, che ci vuole? Basta spogliarsi, mettersi uno di fronte (o dietro) all´altro e via. Ma baciare... non é cosí semplice. I baci sono un coito prolungato, sono simbolo di cura, affetto, gioia e condivisione. I baci possono durare piú di un fugace ogasmo, soggetto a regole e rituali. Il bacio non ha sesso, posizione. Il bacio é lontano dalle logiche "attivo - passivo". Il bacio é universale. Mentre nel sesso la collocazione é fondamentale, il bacio non ha ruolo né lunghezza. Tantomeno regole.
Ed é proprio per questo che il bacio fa paura, viene svilito, sminuito, svenduto. Ci sono persone che baciano con disinvoltura, senza rendersi conto che il bacio é un ponte tra gli spiriti. Che il bacio é il sesso delle anime.
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