en-51. Tutta la "verità" sulla cura al Plasma
Ieri è partita la "Fase 2", la progressiva riapertura delle attività commerciali e degli spostamenti. Dopo piú di due mesi di Lockdown gli italiani possono cominciare a riappropriarsi di alcune libertà fino ad adesso sospese per arginare e possibilmente fermare la diffusione del Covid 19. Questo non vuol dire certo essere liberi di fare ciò che si faceva prima, il distanziamento sociale è ancora importante per far sì che non scoppi di nuovo l'epidemia e il virus riprenda a diffondersi piú di prima.
Altre buone notizie vengono dalla ricerca: sembrerebbe infatti che una nuova terapia a base di plasma sia efficace nei pazienti, portando cosí una nuova ventata di fiducia in questa lotta contro una malattia nuova e che ci ha colto di sorpresa. Usare il plasma del sangue di chi è guarito per curare chi è ancora ammalato sembra una soluzione non solo immediata ma anche sicura, ma ovviamente le notizie corrono veloci e il continuo aggiornamento fatto da tv e giornali fa anche nascere teorie e associazioni di idee che non fanno altro che gettare confusione su tutta la questione. Cerchiamo di ragionarci su.
Innanzitutto, bisogna comprendere cosa si intende per plasma. Il plasma sanguigno è una componente del sangue; contiene proteine, nutrienti, prodotti del metabolismo, ormoni e elettroliti inorganici, ma è privo di cellule. ha un colore giallo paglierino ed è composto principalmente da acqua (92%), proteine (8%) e sali minerali. Serve come mezzo di trasporto per il glucosio, i lipidi, ormoni, i prodotti del metabolismo, anidride carbonica ed ossigeno. Infine, è il mezzo di immagazzinamento e trasporto dei fattori di coagulazione, quali la fibrina, e il suo contenuto di proteine è necessario per mantenere la pressione osmotica del sangue.
Uno tra i primi esperti a confermare che il plasma potrebbe essere utilizzato per curare il Covid 19 è stato il consulente della Casa Bianca Antony Fauci il 2 aprile scorso: "questo trattamento si basa sullo stesso principio in base al quale se si dispone di un anticorpo protettivo, il trasferimento passivo di questo potrebbe fornire non solo una protezione profilattica ma anche un trattamento", riporta un articolo di Deadline. Non si tratta di una tecnica nuova, la notizia è che in alcuni ospedali tale terapia sarebbe stata eseguita con successo. Sempre il 2 aprile, in Italia il dottor Massimo Franchini, ematologo e primario del centro trasfusioni dell'ospedale di Mantova, annuncia la sperimentazione presso la sua struttura sul sito AGI: "il concetto di plasma convalescente è in pista da 30 anni. Inoltre, nelle altre due epidemie da coronavirus, ovvero la SARS del 2002 e la MERS del 2012 è stato adoperato con successo; infine l'Organizzazione mondiale della sanità ne ammette l'utilizzo nel caso di malattie gravi per cui non ci sia un trattamento farmacologico efficace". I primi ad utilizzare la terapia plasmatica per i pazienti Covid-19 erano stati i cinesi a Shangai, come riporta anche OPEN in un articolo del 18 febbraio 2020. Sempre da Shangai venne poi pubblicato un articolo, citato dall'Istituto Superiore di Sanità il 9 aprile 2020, dove viene riportata l'attività svolta su circa 147 pazienti, per non parlare di un altro articolo, pubblicato nella rivista Cell.
È evidente quindi di come si tratti di una terapia d'urto, che porta alla guarigione e, forse, alla completa immunizzazione. Una cosa molto diversa da un vaccino che invece tende ad immunizzare prima che ci si ammali in modo grave. Eppure negli ultimi giorno è fiorita la legenda del "nessuno ne parla", legenda che però viene agevolmente smontata dai fatti concreti come gli articoli facilmente reperibili sulle testate web piú affidabili o un intervento del Dott. Burioni da Fazio del 29 marzo. Cosí come viene smontata la teoria del complotto, che vedrebbe coinvolti nientepopódimenoche i NAS mandati all'Ospedale di Mantova per fermare la sperimentazione del plasma "che guarisce in 48 ore" a favore di Bill Gates e dei soliti poteri forti "che vogliono ucciderci tutti" con i vaccini. Chi non comprende la differenza tra immunizzare e curare è pregato di informarsi meglio prima di diffondere notizie false e disinformazione.
Nonostante le teorie fantasiose e arzigogolate quindi, il vaccino resta l'unico modo per far si che le persone non si ammalino o che lo facciano in modo piú lieve, senza finire intubati in una terapia intensiva. La terapia al plasma è sicuramente una speranza nella lotta contro questo nemico insidioso, ma come specifica il dott. Franchini, si tratta di una operazione comunque rischiosa, visto che "si tratta sempre di un prodotto biologico di origine umana, che va prelevato in sicurezza e testato". E poi questa cura non è adatta a tutti, come specifica Raffaello Stradoni in un articolo della Gazzetta di Mantova del 3 maggio 2020: "il protocollo sulla sperimentazione è rigido e consente il trattamento solo su alcuni pazienti che devono avere certi criteri". Criteri che escludono chi ha diagnosi di ARDS moderata-grave da > 10 giorni, pazienti con comprovata ipersensibilità o reazione allergica a emoderivati o immunoglobuline o che non hanno una manifesta volontà di non rientrare nel protocollo di ricerca (cosa che esclude malati gravi o in terapia intensiva). Per un completo approfondimento rimando all´articolo di Open a riguardo, completo e ben documentato.
Resta il fatto che il virus della disinformazione, delle bufale e dell'ignoranza è ancora piú infettivo ed insidioso del Covid19 e continua a minare la fiducia della popolazione nella scienza, accusa e insinua. Inoltre, distrae da quelli che sono i veri rischi che corriamo non alla nostra salute ma al nostro tessuto sociale e nella tenuta delle nostre democrazie. Se infatti chi crede in certe teorie assurde impiegasse le stesse energia a capire davvero cosa si sta profilando nel nostro futuro in quanto a rischi economici e sociali, se riuscisse a vedere i veri pericoli piuttosto che inseguire i fantasmi di complotti inesistenti, forse potremmo evitare di scivolare in un nuovo e oscuro periodo di crisi che, al di la dei morti e delle limitazioni delle nostre libertà attuali, può portare a futuri sconvolgimenti sociali e politici che forse non siamo ancora pronti ad affrontare.