en-27. Le alternative al MES… che però gli italiani non vogliono

17/01/2022

Ieri sera, dopo una estenuante giornata di speculazioni e falsità innescate dai complottisti pagati da Putin, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte comunica la proroga delle misure restrittive al 3 Maggio. Oltre ad aver esposto, con assoluta e magistrale chiarezza per l'ennesima volta la posizione del Governo su MES o Eurobond dopo il Consiglio del Euro gruppo del 9 aprile. Demolendo, con la sua solita eleganza, la continua e falsa polemica politica dei bufalari (richiamandoli al loro dovere istituzionale di essere opposizione costruttiva e non demolitrice) Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Ma cos'è il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) anche detto fondo salva-Stati, come funziona e perché in Italia se ne parla così tanto? in parole semplicissime, è un fondo nato nel 2012, a sostituzione del Fondo europeo di stabilità finanziaria e del Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria. È di fatto il fondo monetario del Vecchio Continente, avente l'obiettivo di dare sostegno ai Paesi componenti in caso di crisi e di probabile default. 

Come sanno i laureati alla università della vita e della strada, il MES è la causa principale del crollo della Grecia. Non l´aver rivisto al rialzo le cifre del deficit per anni (e quindi utilizzato prestiti che non poteva sostenere). Non una evasione fiscale incontrastata. Non aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità e investendo pochissimo sull'innovazione e la creazione di posti di lavoro. Non l´aver disatteso le revisioni economiche necessarie e previste dal piano di salvataggio. La colpa è della Troika, che per indebolire la Grecia e potersela "mangiare", le ha imposto soluzioni insostenibili. Una narrazione parziale e incompleta ma soprattutto che sposta le colpe sulla UE (che è innegabile abbia anche le sue responsabilità) e assolve completamente i governi greci. Chissà perché questa narrazione viene da quella parte politica che inneggia alla deregulation, alla flat tax e altre misure che favoriscono solo i grandi capitali. 

Comunque, allora visto che gli italiani non vogliono sentir parlare di MES cosa si può fare per evitare di finire in mano alla così detta Troika e non venire "cannibalizzati" dall'EU brutta e cattiva che brama solo di potersi comprare le nostre aziende a basso costo? Beh, ci sono secondo me ampi margini per poter recuperare risorse, ma chissà perché ogni volta che qualche proposta in tal senso viene messa sul piatto, assistiamo alla levata di scudi di una parte del Paese. Tutti vogliono fare sacrifici, ma meglio se li fanno gli altri. Se guardiamo attentamente alla struttura sociale ed economica dello Stato, ecco dove potremmo, se volessimo, trovare i soldi per creare ricchezza, risorse per uscire dalla crisi e ripartire.

  • Tassa di solidarietà sui patrimoni superiori ai 100 mila euro annui netti (esclusi i patrimoni immobiliari); in Italia c´è sempre paura a parlare di questo, perché si teme che introducendo una tassa del genere si possa innescare una fuga di capitali vero l´estero. Ma proporre una tassazione per esempio dell´1% potrebbe portare nelle casse dello Stato milioni di €, che sarebbero una base di partenza per anestetizzare l'enorme mole di interessi sul debito, che influisce in massima parte alla crescita del Deficit;
  • Taglio sulle pensioni d'oro superiori ai 3000€ netti; quello delle pensioni d'oro è un altro tema scottante. Trovo personalmente assurdo che ci siano persone che sopravvivono con 750€ al mese e persone che ne percepiscono 3000€ e oltre. Un contributo di solidarietà potrebbe essere destinato come fonte per redistribuire risorse alle pensioni minime. Per quanto questo aumento potrebbe sembrare non determinante, utilizzato nel modo giusto darebbe un po' di respiro a chi percepisce una pensione minima;
  • Taglio degli emolumenti dei Parlamentari, dei dirigenti superiori, dei Consiglieri regionali anche di un 10%. Il rapporto di Mediobanca sulle remunerazioni dei board delle società quotate ci dice che in media un dirigente guadagna dai 60 ai 200 mila euro annui. Una indagine che ha elaborato i dati della Ragioneria di Stato dice che i 44.497 "dirigenti della Pubblica amministrazione guadagnano in media 81 mila euro annuali, con punte (medie) di 230 mila euro tra i dirigenti di prima fascia degli enti pubblici non economici e, all'estremo opposto, di circa 60 mila euro fra i dirigenti degli istituti di formazione artistico museale, della scuola e i dirigenti non medici del servizio sanitario nazionale". Capite bene come si tratti di un risparmio interessante e utilizzabile per contribuire ad abbassare il nostro deficit;
  • Incentivo all'utilizzo del POS; l´evasione fiscale è una delle nostre piaghe. Ogni anno si stima si perdano cento miliardi di euro di tasse evase, soldi che potrebbero aiutare ad abbattere il debito pubblico e attenuare la pressione fiscale. Una soluzione potrebbe essere quella di incentivare l'utilizzo del Pos come mezzo di pagamento. Cosa che però molti si rifiutano di fare perché "troppo oneroso". Allora si potrebbe pensare a sgravi fiscali che riassorbano le commissioni bancarie (e magari in misura tale da abbassare anche la pressione fiscale che fa sentire gli evasori novelli "Robin Hood" contro lo Stato farabutto) e la possibilità per i cittadini di detrarre tutti gli scontrini dei pagamenti con Pos, oltre al limite i pagamenti in contanti a soli 200€.
  • Taglio del cuneo fiscale per incentivare la regolarizzazione dei dipendenti; il costo del lavoro in Italia è uno dei motivi per cui così poche aziende vengono ad investire nel nostro paese. Cosa sia il costo del lavoro lo illustra una tabella sul sito di Confindustria, che compara i costi sostenuti in Italia con quelli degli altri Paesi europei. Fino ad ora si è combattuta la disoccupazione introducendo flessibilità, ma la flessibilità è servita solo alle aziende ed ha impoverito i lavoratori, senza comunque risolvere la questione . Eliminando la selva di incentivi e tagliando il cuneo fiscale, si può promuovere il lavoro regolare e nel contempo, combattere il lavoro nero e l'evasione fiscale. I soldi, che sono sempre il problema per operazioni del genere, possono essere reperiti con le due mosse nei punti successivi;
  • Regolarizzazione della prostituzione; la legge Merlin del 1958 fece chiudere i bordelli legali ma non fece sparire la prostituzione, semmai la spostò nelle strade. Aveva il nobilissimo scopo di difendere le Donne, ma furono proprio le donne a pagare il prezzo piú salato. Dove prima le prostitute avevano tutele (in linea con i tempi), venivano costrette a vivere per strada, senza alcun controllo sanitario e senza protezione. Soprattutto, il business cadde in mano alla delinquenza. Si è provato a debellarla in mille modi, ma il "lavoro piú antico del mondo" continua in Italia e la mafia ci lucra. Nel nostro Paese si calcola che le prostitute siano oltre settantamila, nove milioni i clienti, (per un giro d'affari che oscilla tra i due e i sei miliardi di euro (pari allo 0,5% del PIL nazionale). Soldi che ci tornerebbero utili. Senza contare che, indipendentemente dal fatto che la prostituzione sia legale o meno, essa esisterà sempre e comunque, è un dato di fatto. Allora non è meglio proteggere quelle persone e farle emergere dal buio in cui sono sprofondate? Non é meglio proteggerle, controllarle, tenerle in salute piuttosto che per strada e in mano a mercanti di carne senza scrupoli?
  • Regolarizzazione della Cannabis; grazie all'introduzione della Legge 242 del 2 dicembre 2016 è stato stabilito che l'assunzione di tutte le varietà di marijuana depotenziate, private cioè del contenuto di THC comunque tollerato entro limiti ben definiti, è totalmente legale anche in Italia. Si stima che la legalizzazione della cannabis assicurerebbe allo Stato italiano circa 10 miliardi di euro: 8 miliardi deriverebbero dal gettito fiscale, mentre 2 miliardi dai risparmi nel settore della pubblica sicurezza (Marco Rossi, Il costo fiscale del proibizionismo: una simulazione contabile). Senza contare che toglieremmo alla Mafia un altro importante business.

Ora naturalmente questi sette punti sono controversi e toccano interessi, ideologie e stereotipi privati. Non si possono toccare i patrimoni, le pensioni d'oro né gli emolumenti di onorevoli o manager. Per non parlare di regolarizzazione della prostituzione o della cannabis. Insomma, per qualsiasi cosa si cerchi di fare in questo Paese c'è sempre qualcuno che si oppone, c'è qualcuno che alza muri e cancelli, che impedisce il progresso e soprattutto l'evoluzione sociale. Si preferisce chiudere gli occhi sugli affari della mafia per una ideologia ipocrita e fasulla, si preferisce fare i falsi puritani, battersi il petto e tenersi stretti i propri privilegi. Si preferisce toccare i deboli e bastonarli continuamente piuttosto che cercare i soldi dove stanno.

Tra l´altro, come potete notare, sono tutte scelte a favore del popolo e che i nuovi populisti, sostenitori della sovranità nazionale si guardano bene dal fare. E questo dovrebbe aiutarvi non solo a capire da quale parte pende davvero la bilancia ma, soprattutto, quali interessi protegge chi. In conclusione, cari connazionali, prima di urlare contro gli altri, gridare al complotto, bisogna capire cosa è importante per noi, se è meglio barricarsi dietro una idea ipocrita proibizionista e falsa moralista oppure scrollarsi di dorso certe idee protezioniste e cominciare a fare, tutti, dei sacrifici per il bene comune.