Italiani de facto, Italiani de jure

20.03.2019

"De jure" e "De facto" sono due locuzioni latine molto usate, che vogliono dire "per legge" e "di fatto". De jure Indica qualcosa deciso da una legge: ad esempio uno standard è de jure se lo ha deciso un governo o un ente apposito. De facto Indica qualcosa nei fatti. Per esempio, la lingua inglese è la lingua ufficiale de facto degli Stati Uniti, perché nessuna legge o statuto o costituzione dice che sia così. 

Tutti ormai avrete sentito parlare della vicenda di San Donato milanese, dei ragazzi rapiti dall'autista dello scuolabus e della strage evitata grazie al coraggio di uno di loro, che ha avuto la prontezza di spirito di recuperare un telefonino e avvisare i genitori e la polizia. C'è stato un grosso richiamo mediatico a quello che è successo, soprattutto perché l'uomo, secondo quanto dice la sua fedina penale, era stato in passato condannato per guida in stato di ebbrezza e molestie su minore. Il fatto è stato "aggravato" agli occhi dell'opinione pubblica per la nazionalità dell'autista, di origine senegalese ma nato in Francia e naturalizzato Italiano; nazionalità che è stata messa al centro dell'attenzione per la nota tendenza di parte della politica e dei mass media italiani di dare rilevanza a questo aspetto specifico delle persone coinvolte in fatti di cronaca. È curioso notare come i mass media e l'ambiente politico non abbia fatto lo stesso con la nazionalità del giovane eroe. Infatti, il ragazzo che ha salvato i suoi compagni di sventura, che si chiama Samir, è figlio di una coppia di marocchini. Italiano de facto, perché de jure non lo è.

Pensavo proprio a questo mentre oggi mi spostavo per Monaco su un autobus di linea. C'era vicino a me un gruppo di ragazzini forse coetanei di quelli di San Donato. Tra di loro ce n'erano un paio con i capelli biondi e gli occhi azzurri, una con la carnagione un po' più olivastra, due con capelli scuri uno di colore ed uno con tratti orientali. Parlavano tutti quanti la stessa lingua, Il tedesco, e si comprendevano tra di loro con naturalezza e tranquillità. Secondo me non percepivano alcuna differenza fra di loro e sicuramente erano tutti nati in Germania: frequentando la stessa scuola e avendo la stessa vita sociale, si sentono tedeschi. Ho pensato che anche i ragazzini sul quello scuolabus devono sentirsi cosí, che anche Samir deve sentirsi integrato, Italiano de facto. Peccato che in pochi si soffermino su questo aspetto della faccenda.

Possiamo vedere nei fatti di San Donato le due facce della situazione della immigrazione in Italia. Da una parte un delinquente e dall'altra un eroe, entrambi stranieri. Ma mentre per il primo si indugia lungamente sulla nazionalità dando nome, cognome e qualsiasi dato disponibile, del secondo non si pronuncia neanche il nome per non sottolineare il fatto che sia figlio di immigranti e dare alla pletora osannante l'impressione che l'eroe sia uno "dei nostri", puro ed incontaminato italiano. Ma è un modo di raccontare gli eventi completamente al di fuori della realtà e soprattutto falso, ipocrita, strumentale.

Il ministro Salvini, intervistato da Bruno Vespa, dopo aver puntualizzato che all'autista, straniero che ha commesso un reato, sarà revocata la cittadinanza grazie al decreto sicurezza (ovviamente proposto da lui), pur citando genericamente il "ragazzino che ha avuto prontezza d´animo", non ne pronuncia il nome per non far sapere alla pletora dei suoi seguaci che chi ha salvato la situazione avvertendo i carabinieri, sia in realtà figlio di immigrati; questo la dice lunga su quanto la comunicazione venga falsata.

La questione dei figli di immigrati nati in Italia è una di quelle questioni che dovevano essere affrontate anni fa ma che sono sempre state rimandate per una incapacità del mondo​ politico di​ esprimere una posizione maggioritaria che puntasse all'integrazione di queste realtà che esistono, e di permettere ai figli di immigrati stranieri nati in Italia di essere considerati italiani. Secondo la legislazione attuale infatti non è sufficiente nascere in Italia per essere italiani, ma conta ancora la nazionalità dei genitori. Un giovane nato, cresciuto e che ha studiato in Italia, per ottenere la cittadinanza deve passare attraverso una complicata serie di procedure per ottenerla. Fino ad allora vengono considerati stranieri a tutti gli effetti. il che secondo i giuristi, una parte politica e il semplice buonsenso è molto sbagliato, perché queste persone sono cresciute in Italia, non hanno conosciuto nessun'altra realtà, non possono essere considerati stranieri perché non lo sono. Cosa fa la nazionalità? Con quale criterio si può e si deve assegnare la nazionalità? Questa è una domanda che ci si pone spesso, qualcosa su cui la politica dibatte da lungo tempo. Il precedente governo aveva provato a inserire una norma sullo Ius soli nel nostro ordinamento, osteggiato purtroppo da quella parte politica che vede come un pericolo la nascita di nuovi italiani di origine straniera. Le polemiche maggiori venivano da parte dell'attuale maggioranza, che argomentava come l'introduzione dello Ius soli fosse un pericolo perché avrebbe visto l'arrivo di orde di donne incinte pronte a partorire in territorio italiano per poter poi avanzare pretese per sé e per i propri figli.

La questione è sicuramente molto complicata ed Io non sono un giurista per poter giudicare la questione. Ma posso sicuramente giudicarla dal lato umano o perlomeno esprimere la mia opinione in merito. La mia esperienza di emigrato mi permette di valutare da due punti di vista differenti la situazione. Io credo che l'Italia è l'Europa dovrebbero puntare all'integrazione alla luce del fatto che la natalità si abbassa e che l'età media si innalza, ma soprattutto alla luce del rinascimento culturale che può portare l'integrazione di altre culture nella nostra. Il che non vuol dire stravolgere le nostre tradizioni e le nostre usanze per permettere agli altri di integrarsi ma al contrario vuol dire dare alle persone che vogliono integrarsi gli strumenti per poterlo fare in modo agevole.

Personalmente non sono completamente convinto che lo Ius soli sia la soluzione al problema dell'integrazione degli stranieri di seconda generazione, ma sicuramente il meccanismo con la quale viene concessa la cittadinanza deve essere rivista o semplificata. O quantomeno dovrebbe essere studiato una soluzione che permetta una cittadinanza parziale ma che comunque non faccia sentire il figlio di immigrati come un corpo estraneo alla vita politica e sociale del paese. Anche perché non sono estranee, sono nati e cresciuti con i nostri figli, hanno frequentato le nostre scuole, parlano la nostra lingua, sono comunque integrati nel sistema quindi il riconoscimento della loro esistenza secondo me deve essere garantito. Soprattutto credo che questo processo prima che giuridico debba essere culturale. Il fatto stesso che venga posto l'accento sulla nazionalità di una persona soltanto quando si parla di episodi negativi è indicativo di quanto una parte politica e culturale di questo Paese abbia paura dell'interrogazione e dell'accoglienza. Io credo invece che sia il momento di cambiare modo di vedere l'immigrazione, che noi persone ci rendiamo conto che non abbiamo davanti soltanto immigrati, stranieri, persone che vengono da fuori. Noi abbiamo di fronte altri esseri umani e come tali vanno rispettati e trattati non solo dal punto di vista sociale e giuridico ma soprattutto dal punto di vista della comunicazione. i fatti di San Donato sono L'esempio lampante di come la comunicazione in Italia, sia quella politica che quella massmediatica sia parziale e rivolta soltanto alla diffusione di un determinato messaggio.

Ironicamente qualcuno ha definito il criminale risorsa senegalese quando in realtà è nato in Francia ed ha la cittadinanza italiana; mentre il bambino eroe del quale si fa fatica a scrivere il nome ha origine marocchine ma è nato e cresciuto in Italia. Questo potrebbe essere un ottimo momento per le persone, per l'opinione pubblica e la politica in generale di imparare che il problema non è il colore della pelle né le origini Perché l'unica differenza che conta veramente è quella tra buone e cattive persone.

leggi anche

Nonostante il corona virus e il panico spesso ingiustificato dei media, anche quest'anno celebriamo le donne nel giorno dell´8 marzo. La giornata internazionale della donna, va ricordato, venne istituita per ricordare sia le conquiste sociali e politiche, sia le discriminazioni e le violenze a cui le donne sono state (e di cui sono ancora)...

Se c'è una cosa che il Covid19 sembra stia facendo di buono è di riaffermare nell'opinione pubblica che la scienza è l'unica via da seguire e che i medici non sono nostri nemici ma alleati contro le malattie. Sembra banale nel 2020 dover ribadire questo concetto, ma anni di complottismo e libertinaggio di parola hanno allontanato molti dalla via,...

Da giorni seguo con interesse e una punta di apprensione la diffusione del Covid19, universalmente conosciuto come "Coronavirus". Interesse per il circo mediatico che è stato montato e apprensione per i livelli di guardia che la stupidità umana, soprattutto in Italia, sta raggiungendo. Picchi altissimi devo dire, e fa rabbia sapere che per...