53. L’Importanza delle fonti attendibili 

07.05.2020

Nella diffusione di informazioni, sia esso attraverso carta stampata, un blog, un post sui social o semplicemente una chiacchierata tra amici, noi non riportiamo quasi mai opinioni nostre ma ci rifacciamo a delle fonti che riteniamo attendibili o che ci paiono tali. Ma prima di provare a comprendere come districarsi nel mare delle informazioni, bisogna innanzitutto capire cosa si intende per fonte. Come per le discipline storiche le fonti sono testimonianze - scritte e non - più o meno contemporanee agli avvenimenti narrati, così nel giornalismo le fonti sono realtà e persone in grado di documentare in modo quanto più diretto possibile della veridicità di ciò che viene riferito. La fonte è l'origine da cui traiamo le informazioni di cui siamo in possesso e possono essere divise tra attendibili e non attendibili, ed è di vitale importante saper distinguere le une dalle altre.

Come viene specificato su Wikipedia, "le fonti attendibili sono quelle pubblicate da editori o autori considerati affidabili e autorevoli in relazione al soggetto in esame: questa precisazione è particolarmente importante, poiché una fonte (un sito, un libro, e così via) non va considerata attendibile in sé, ma in relazione a ciò per cui viene usata. Le pubblicazioni attendibili sono quelle con una struttura definita che consente il controllo delle informazioni e le revisioni editoriali o dei pari. L'attendibilità di una fonte dipende poi dal contesto: un celebre astronomo non è una fonte attendibile per ciò che concerne la politica monetaria. In generale, una voce dovrebbe utilizzare fonti il più possibile attendibili, pubblicate e appropriate per tentare di coprire la maggior parte dei punti di vista pubblicati (includendo proporzionalmente le minoranze significative), e rispettando sempre un punto di vista neutrale"

È di vitale importanza selezionare bene le proprie fonti di informazione, verificando prima l'attendibilità e soprattutto la sua coerenza con un metodo di indagine che si può definire standardizzato per tutti: il metodo scientifico. Di esso ci parlano in molti ed anche io in un precedente blog ho detto come sia considerato dagli esperti IL metodo per comprendere se una notizia, qualsiasi sia il suo ambito, sia vera o meno. Ed è con questo metodo che è possibile (se non obbligatorio) decidere a quale fonte rivolgersi. I nuovi mezzi di comunicazione annullano completamente i limiti spazio-temporali e trasformano il lettore in un soggetto attivo dell'informazione che ora può condividere, pubblicare e commentare la notizia, come in passato si poteva fare solamente al bar e con un circolo ristretto di interlocutori. Ma, oltre ai portali delle testate storiche, pietre miliari che raccolgono la fiducia totale degli utenti, i nuovi mezzi di divulgazione come sono considerati? I complottari e quelli che credono alle cospirazioni piú disparate credono che il web sia il luogo delle libertà e per lungo tempo è stato cosí. Il fiorire di teorie farlocche quanto balzane però hanno portato delle novità importanti: per parlare con un termine biologico e tecnologico, il sistema sta generando gli anticorpi contro il virus della disinformazione.

Biologi, Chimici, Antropologi, Astronomi, Debunker, ma anche commentatori politici, filosofi, scrittori... sui social e fiorita una vasta categoria di esperti che, usando il metodo scientifico, cercano di contrastare la diffusione di Fake news smontandole e spiegando alle persone come fare a recuperare conoscenza e spirito critico. Persone che mettono la loro esperienza, la loro competenza e le loro conoscenze al servizio della comunità, che cercano di contrastare lo strapotere della disinformazione che infesta proprio come un virus il web. Sono un fenomeno che sta crescendo esponenzialmente negli ultimi anni, persone che, oltre le loro attività nella formazione, affiancano anche quello del recupero degli analfabeti funzionali e, soprattutto, si pongono come fonti attendibili per evitare che a questi si aggiungano altre persone. Ed è bello constatare come molti abbandonino teorie complottiste e completamente fuori da ogni logica scientifica e ritornano a fidarsi della scienza e del metodo scientifico, è bello vedere come questi divulgatori raccolgano grandi numeri di proseliti e dimostrano come sia possibile insegnare facendo anche divertire. Hanno trovato nuove formule che non sono alternative ma complementari all'insegnamento scolastico.

Ma questa nuova generazione di divulgatori deve subire gli attacchi di quelli che si potrebbero definire "sapienti rinchiusi nelle torri d'avorio", cioè quelli che non solo non comprendono il lavoro dei divulgatori, ma neanche vogliono sentirne parlare, derubricando tutto a inutile pagliacciata, sostenendo che l'unico modo di apprendere è attraverso i canali ufficiali. Persone che hanno sicuramente ragione nel sostenere che la scuola abbia un ruolo fondante nella formazione dei cittadini e nella cultura in generale, ma che spesso dimenticano che chi esce dall'ambiente scolastico si trova facilmente in balia di cose che non comprende, spesso senza un metodo e senza sapere a chi rivolgersi. Il modo di porsi dei "sapienti della torre d'Avorio", il loro non voler spesso neanche ammettere il ruolo dei divulgatori, il loro estraniarsi dal dibattito e quasi disinteressarsi completamente delle domande della gente (che in fono non vogliono altro che risposte) risulta talvolta arrogante e, anche se non è nelle loro intenzioni, non fa altro che alimentare il flusso verso i complottisti, che non solo sono bravi a farsi passare per "vittime del sistema" ma soprattutto sfruttano a loro vantaggio l'atteggiamento che definiscono "snob" di alcuni scienziati. Cosí che alla fine la divisione interna tra divulgatori e puristi della scienza va a vantaggio esclusivo di chi sulle Fake news ci marcia. 

Ora, comprendere come funziona il metodo scientifico e saperlo applicare non è facile se non si hanno le conoscenze giuste. Dobbiamo per forza affidarci a qualcuno che ne sa piú di noi, ma dobbiamo imparare a capire quali sono le fonti a cui affidarsi. Proporre dei ragionamenti, delle riflessioni come faccio in questo blog o nella vita reale è per me un modo per sostenere la verità che sembra plausibile non a me ma alla quasi totalità del mondo scientifico di cui non faccio ne farò mai parte ma che rispetto e seguo, che ho imparato a conoscere, rispettare ed amare. Io ho scelto di impostare per la mia ricerca di informazioni dei parametri che dovrebbero essere standard per tutti: qualsiasi notizia mi arriva sotto il naso deve essere approfondita il piú possibile, verificata ed eviscerata. 

Io non ho verità da proporre, non ho nulla da aggiungere, ma cerco di dare alternative, spunti di riflessione, presento fatti. Se vogliamo, riporto opinioni altrui, ma non quelle spiegazioni semplicistiche che propinano i complottisti, ma quelle proposte dai divulgatori, che le documentano con prove alla mano, con studi e con revisioni incrociate. Una fonte attendibile offre informazioni corrette e diffonde la conoscenza nel modo giusto. Il mio consiglio è: impariamo a distinguere bene tra chi ci dice una verità anche scomoda e chi ci da risposte facili e comode ma completamente false.